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La lubrificazione della catena (parte 1)

Dopo la foto di Yuki Tsunoda, il pilota di Formula Uno che spala il fango a Faenza e dopo le notizie sulla finale di Champions ed Europa League uno degli argomenti sicuramente più ricercati e che incuriosisce milioni di internauti è la voglia di conoscere quali siano i fluidi ideali per la lubrificazione della catena. Ma come deve essere questo lubrificante? Lasciare una bella patina d'olio "e che sia ben visibile mi raccomando !!!"(come dice il mio amico e cliente Massimo) oppure semplicemente un sottilissimo microfilm quasi invisibile? Ovviamente la risposta non è univoca e dipende da due principali fattori:

1) le specifiche di lavoro della catena e l'ambiente in cui opera;

2) le procedure di manutenzione della stessa.

Per fare un esempio un conto è una catena di un forno che trasmette il moto lentamente ad alta temperatura in un ambiente "pulito", un altro è la lubrificazione della catena della KTM 450 Rally Replica di Kevin Benavides alla Parigi-Dakar. In questo caso sia le specifiche e l'ambiente operativo sia le procedure manutentive sono completamente differenti: la catena industriale viaggia "lenta" rispetto a quella della moto che invece avrà il problema di un ambiente estremamente "sporco" come quello del deserto del Negev rispetto ad un ambiente "pulito" di un'industria. Anche le procedure manutentive sono differenti. Non ero fisicamente presente ma credo che i meccanici di Kevin pulissero e lubrificassero la catena della KTM quotidianamente, sono invece certo che gli addetti alla manutenzione delle catene industriali, con tutte le altre attività che devono svolgere durante il giorno meno tempo dedicano alla manutenzione della catena più ne hanno per portare a termine le altre attività richieste.

E' chiaro quindi che, sebbene l'obiettivo di un manutentore o di un meccanico della Parigi-Dakar (che ha visto la sua ultima edizione in Arabia) sono le medesime, ovvero la durata della catena (=riduzione di costi), gli "strumenti" manutentivi necessari al raggiungimento di tale obiettivo comune, giocoforza, dovranno essere differenti.

Ci saranno successivi approfondimenti, ma qui vogliamo dare un prima infarinatura generale su quelle che sono le problematiche che coinvolgono la trasmissione a catene e che tipologie di problemi possono dare. A grandi linee la catena trasmette il moto da una ruota dentata ad un altra di cui una "attiva" e l'altra che viene trascinata o a cui il moto viene trasmesso.

Tutti i sistemi di trasmissione, cosiddetti "pignone-corona", sono caratterizzati da un terzo elemento che è il tendicatena. Già questo ci fa capire come la catena sia soggetta all'allungamento ed il tendicatena serve proprio per compensare questo allungamento. Ma perché la catena si allunga? In realtà non si tratta di un allungamento dovuto ad uno stetching vero e proprio della catena, ma i rullini che sono presenti all'interno delle maglie si usurano e quindi tendono a far allungare la catena stessa. Questo provoca il famoso "salto della catena" ovvero le maglie della catena diventano più lunghe del passo del pignone e della corona. Questo fatto innesca un circolo vizioso che porta all'usura precoce del pignone e della corona che quindi a loro volta nel tempo perdono la loro efficienza. Quindi in queste poche righe abbiamo già capito qual'è il primo vero segreto per la lubrificazione della catena: la corretta lubrificazione dei rullini all'interno delle maglie.

Già questo ci fa capire che il lubrificante che andremo ad utilizzare non dovrà avere un film troppo spesso altrimenti lì dentro l'olio non ci andrà neanche con la catena a bagno...


Nella prossima puntata approfondiremo il tutto!


Fonte: ANSA



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